Come progettare un logo

Vediamo come progettare un logo ponendo l’esempio di una giovane che decide di aprire un negozio di fiori e si rivolge a me per curare l’immagine della sua nuova attività.

La prima cosa che faccio è un sopralluogo del negozio, per rendermi conto dello stile che ella ha scelto. Se, ad esempio, arrederà il negozio in stile provenzale, saprò già quali canoni seguire per iniziare il mio lavoro. Un altro particolare che osservo sono i colori che ha deciso di usare all’interno del suo locale: se le pareti e i dettagli arredo sono color lavanda, inutile pensare di lavorare usando il rosso o l’arancio. In fase di progettazione, rigorosamente vettoriale, cerco di non utilizzare mai più di due colori; questo semplificherà la vita a me e sarà economicamente meglio gestibile per la mia cliente quando dovremo realizzare di biglietti da visita, flyer, insegne, stampe su abbigliamento, gadgets.

Tre regole da tenere sempre a mente:

– aspetto gradevole, semplice e facile da ricordare – versatile per potere essere utilizzato in qualsiasi progetto – adeguato a mostrare esplicitamente l’attività che deve rappresentare Davanti al monitor può succedere che l’ispirazione tardi ad arrivare; a volte la mente ha bisogno di essere aperta e ricevere stimoli esterni che permettano al flusso creativo di scorrere. Siti come Brands of the world sono utilissimi per cercare ispirazione; in alcuni casi anche carta e penna mi sono stati di aiuto a buttare giù qualche prima idea. Quando la vena creativa si è aperta, inizio la ricerca del font adeguato, per il quale uno dei siti che utilizzo maggiormente è Dafont. La scelta del font deve essere fatta in modo scrupoloso in totale armonia con lo stile dell’attività e del logo stesso. Se il negozio di fiori è in stile provenzale, non andrò mai ad usare un font medievale. Una volta terminate le prime bozze, in alcuni casi chiedo un parere ad amici e colleghi: è utile vedere quale impatto percettivo avrà sulle persone. Ho portato un esempio semplice, quello del negozio di fiori, dove l’outline di una margherita è già potenzialmente un logo; tuttavia, fermo restando che la creazione di un logo è un’attività complessa e da svolgere in modo professionale, vale la proprietà invariantiva: può cambiare il prodotto, ma seguendo le giuste regole, il risultato sarà ugualmente gradevole, versatile, adeguato. Poi, si sa, ci sono splendide eccezioni che confermano la regola.

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